UN MODO DIVERSO DI INTERPRETARE LE COSE

E' UN MODO DIVERSO DI INTERPRETARE LE COSE

Perché mi piace San Francesco? Perché mi ha dato, da anni, la chiave di lettura e la soluzione ai grandi problemi umani.
La Chiesa e la politica non serviranno più...
L'ho capito da questo passo della sua ultima lettera a Santa Chiara:
"Il mio augurio è che non ci siano più nè Chiese, nè preti, nè monaci, niente di tutto questo: che vi sia soltanto l’Altissimo e noi, perchè sta ad ognuno incontrarlo in se stesso…Ora che il velo si squarcia, voglio andarmene nudo come sono venuto al mondo. E non parlo della nascita del mio corpo, ma della vera nascita della mia anima, del giorno in cui ha trovato il coraggio di scendere più a fondo nella carne per offrirsi all’Eterno, così in Alto come in Basso”.
Francesco
 

Una mia modesta interpretazione della morte di S. Francesco, attenendomi alle leggi biologiche di Hamer.
Francesco, il santo e "poverello" di Assisi soffriva, fino alla fine dei suoi giorni, di malattie varie soprattutto per un problema legato al fegato.
Biologicamente parlando il fegato corrisponde al Conflitto di mancanza o di carenza: Fame + denaro + famiglia (molto relazionato con le eredità).
È anche carenza di fede, di amore, riconoscimento... ciò che consideriamo essenziale per la vita. Paura di non afferrare il boccone vitale ossia il riconoscimento da parte del padre.
Credo che il suo trauma più grande lo avesse ricevuto proprio dalla figura paterna, il giorno in cui Francesco venne considerato pazzo fino ad essere incatenato, per l'importante e vitale decisione di abdicare dalla ricchezza.
Inconsciamente questo trauma o DHS ha scavato recidivando per anni fino a sfociare nel carcinoma.

"Beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male."

La cecità invece dovuta alle cataratte infiammate e cronicizzate, sono dovute al Conflitto, recidivante, di separazione dalla madre (separazione visiva grave, "perder di vista qualcuno" con rabbia, perdere il nido, la famiglia), donna che amava anche se non comparve quasi mai nei suoi scritti.
Madonna Pica...
Fu proprio lei ad adoperarsi - con ineffabile tenerezza - a rendere meno aspre le punizioni inflitte dal padre a Francesco prima che egli abbandonasse la casa paterna.
Tommaso da Celano, poi, la presenta come una donna ispirata da Dio, che profetizza addirittura la santità del figlio. Sebbene Francesco nei suoi scritti non parli mai direttamente della madre, sono numerosi i riferimenti alla centralità della figura della “madre” nella sua esperienza. 
Pica de Bourlemont, di origine provenzale e dotta amante dell'arte.

N.B. Ovviamente, e di questo mi scuso coi lettori, avrei dovuto avere la possibilità di intervistare il defunto per verificarne il vissuto, le reazioni, la lateralità ecc.

Gabriel